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13 febbraio 2020

Palazzo Chigi Saracini
ore 21

METAMORFOSI

PEPPE FRANA  liuto medievale, chitarrino
FEDERICA BIANCHI clavisymbalum

I miti classici raccontano di trasformazioni sempre spinte da passioni incontenibili. Per sottrarsi al folle amore di Apollo, Dafne diventa una pianta di alloro. Rifiutata da Narciso, Eco piange e si prosciuga fino a restare solo un suono che vaga per le montagne; mentre Narciso incantato annega in cerca della sua immagine riflessa sul pelo dell’acqua, ma riaffiora dal suolo come un fiore inebriante. Anche Zeus si trasforma in un toro per portare Europa a Creta, e poi si tramuta in aquila per vincere ogni sua resistenza.
Nel XV secolo alcuni musicisti cominciarono a trascrivere le più belle composizioni vocali perché potessero essere suonate su nuovi strumenti con i tasti: organi, cembali arcaici, e il più moderno liuto. Le polifonie che intonavano versi poetici persero così il legame originario con la parola e divennero qualcosa da “toccare”. Tutte quelle voci, infatti, potevano suonare insieme grazie all’intrecciarsi delle dita e dei gesti che sembravano disegnare linee invisibili sulla tastiera. Nacque così l’intavolatura: un metodo alternativo per scrivere la musica, fatto apposta per farla passare dalla bocca alle mani.
Le passioni brucianti delle ballate, i sottintesi erotici delle caccie, dovevano trovare nelle astratte melodie intavolate un nuovo modo per farsi comprendere, come le emozioni suggerite dai ritmi di danza. L’intavolatore doveva dunque indagare come la musica si esprime attraverso le sole alchimie di suoni. La trascrizione diventava così l’occasione per una sorta di anatomia delle passioni musicali.
Sembra che l’inventore della notazione tedesca per il liuto sia stato Conrad Pauman (c.1410 – 1473). Cieco dalla nascita come altri leggendari organisti e liutisti del Quattrocento, visse nel momento cruciale della storia musicale occidentale, quando con la pratica dell’intavolatura emerse anche il gusto per la futura musica strumentale. Oggi, per ritrovare quel suono antico ormai perduto, siamo costretti a reinventarlo mettendo insieme quel che sappiamo del pensiero dei compositori, del gusto degli ascoltatori, degli strumenti e del modo di suonarli. Peppe Frana e Federica Bianchi ci guideranno all’esplorazione di quel mondo musicale affascinante a cavallo fra Trecento e Quattrocento, quando sulle corde pizzicate di un liuto e di un cembalo si ritrovavano le voci ormai senza parole, alla ricerca di una nuova lingua per parlare ancora di passioni.
Dopo il diploma in pianoforte a Firenze, Federica Bianchi si è dedicata a indagare sonorità più antiche, vincendo premi internazionali e collaborando con alcuni fra i maggiori interpreti della musica barocca. Con l’ensemble La Fonte Musica (Diapason D’Or 2017) ha intrapreso una ricerca sulla musica tardomedievale attraverso lo studio del clavisymbalum e dell’organo gotico. Ma sul suo percorso è rimasta affascinata anche dalle radici antiche della voce di Rosa Balistreri.
Nel frattempo più a sud, dove il Tirreno lambisce la Campania, Peppe Frana era rapidamente diventato l’incubo dei migliori insegnanti di chitarra elettrica del circondario. A vent’anni viene folgorato dai suoni del medio oriente e comincia a viaggiare per incontrare i più grandi maestri dell’oud e di molti altri strumenti a corda. La sua curiosità insaziabile lo avvicina all’Ensemble Micrologus, con cui affronta la musica del medioevo europeo e per il liuto a plettro, di cui è oggi uno dei più apprezzati solisti e insegnanti. Frana travalica continuamente i confini fra generi, paesi, culture, affiancandosi a musicisti apparentemente molto diversi come Ross Daly, Enea Sorini, Daniele Sepe, Vinicio Capossela.
Oltre a una laurea in filosofia, Peppe Frana e Federica Bianchi condividono il gusto per l’erranza, e la capacità di mostrare con evidenza la necessaria contemporaneità di ogni tradizione.

ASCOLTO LIBERO

Peppe Frana e Federica Bianchi, Johannes Ciconia, Ligiadra Donna, 2019

Federica Bianchi con Extravagantes Seicento, Anonimo, da Sonata a viola da gamba aut violino”- Giga, 2019

Peppe Frana con Enea Sorini, Lucente Stella che ‘l mio cor desfai, 2015

Peppe Frana con Christos Barbas, Ussak Taksim, 2019

 

INGRESSO GRATUITO

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