ADDIO A ZOLTÁN PESKÓ, grande direttore del Novecento. Una vita da chigiano.

L’Accademia Chigiana si unisce al cordoglio del mondo della musica per la scomparsa di Zoltán Peskó. Allievo a Siena di Franco Ferrara, Pierre Boulez, Goffredo Petrassi, Francesco Lavagnino. Diresse il concerto apertura della Settimana Musicale Chigiana nel 1971.

Addio a Zoltán Peskó, grande direttore del Novecento.
Una vita da chigiano. 

L’Accademia Chigiana si unisce al cordoglio del mondo della musica per la scomparsa di Zoltán Peskó.
Ungherese, nato a Budapest nel 1937, Peskó è stato uno dei più importanti direttori d’orchestra del nostro tempo. Particolarmente attento alla musica contemporanea, molto legato all’Italia, è stato protagonista di numerose prime esecuzioni assolute di grandi autori del Novecento.

È stato allievo per la direzione d’orchestra di Franco Ferrara (uno dei più illustri docenti nella storia dell’Accademia Chigiana) e per la composizione di Pierre Boulez e di Goffredo Petrassi (entrambi docenti chigiani). Nel 1963 è stato allievo di Francesco Lavagnino nel corso di composizione dell’Accademia Chigiana. In quell’occasione furono eseguite due sue nuove composizioni per pianoforte, scritte appositamente per il corso. Inoltre Peskó diresse il concerto inaugurale della Settimana Musicale Senese del 1971. In quel concerto diresse i solisti del Maggio Musicale Fiorentino e il Coro da Camera della RAI. Tra le voci soliste era presente il mezzo soprano Carmen Gonzalez. Il programma del concerto era interamente dedicato a Luigi Dallapiccola, compositore molto caro a Peskó, di cui il maestro ungherese diresse l’opera “Ulisse” nel 1970 al Teatro alla Scala. Nel programma del concerto alla Chigiana figurava la prima esecuzione assoluta di “Tempus destruendi”, oltre a due prime italiane: “Sicut umbra” e “Tempus aedificandi”.

Grande interprete della letteratura del Novecento, in particolare di autori quali Bartók, Prokofiev, Stravinskij, Zoltán Peskó è stato personalmente legato ai principali protagonisti della musica del secondo novecento, quali Scelsi, Stockhausen, Ligeti e Kurtág, questi ultimi legati alle sue origini e al percorso della musica ungherese nel XX secolo. E per quanto riguarda Giacinto Scelsi, Peskó fu tra coloro che per primi rivelarono al mondo la straordinaria potenza utopistica della sua musica, dirigendo in Germania per la prima volta le grandi composizioni sinfoniche del maestro, scritte molti anni prima. Rimase molto legato a Scelsi anche dopo la sua scomparsa, frequentando la sua dimora romana e collaborando con la Fondazione che vi risiede. Quella di Zoltan Peskó è stata una figura unica: un grande musicista e direttore d’orchestra, che ha ricoperto incarichi importanti, tra cui la direzione musicale del Teatro Comunale di Bologna, de La Fenice di Venezia e dell’Orchestra della RAI di Milano, senza tuttavia mai perdere l’entusiasmo per l’innovazione e la sperimentazione nella musica. Tra le sue ultime, ormai leggendarie interpretazioni, ricordiamo la direzione dell’indimenticabile nuova produzione de “Le Grand Macabre” di Ligeti al Teatro dell’Opera di Roma, con la regia de La Fura dels Baus nel 2010.

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