di Marica Coppola
Mercoledì 7 agosto torna Eliot Fisk in solo nel Salone dei Concerti.
Dal 600 ad oggi un intero repertorio sulle passioni e la memoria
“Variazioni sopra la morte e l’amore” è il titolo che Eliot Fisk ha scelto per la serata di mercoledì 7 agosto. Il concerto lo vedrà protagonista con la sua chitarra sul palco del Salone di Palazzo Chigi Saracini.
L’amore e la morte evocati nel titolo non sono visti da Fisk in maniera contrapposta, non sono pulsioni dilanianti come “Eros” e Thanatos”, né entità da legare in sequenza alla maniera dei romantici. Amore e morte sono semplici presenze, inscindibili dal percorso della vita di ciascuno. Il vasto programma che spazia dal ‘600 nostri giorni pone immediatamente in evidenza la passione per la trascrizione che sin da subito ha accompagnato la prestigiosa carriera del chitarrista americano. Dai cembalisti, liutisti e chitarristi barocchi le cui musiche verranno eseguite all’inizio della serata, si passerà ai novecenteschi Poulenc, Roussell, Ohana , Pedrell, Brouwer , per poi concludere con i contemporanei Beaser e Rochberg.
La “ Meditàtion sur ma morte future” del cembalista tedesco Johann Jakob Froberger (1616-1667) aprirà il concerto, introducendo la serie di “tombeau”, tipiche composizioni barocche scritte per commemorare un celebre personaggio defunto. L’omaggio di Froberger rivolto a se stesso assume però il senso di una meditazione che ha colpito Fisk già da adolescente. Lui stesso definisce questo brano «quasi la mia prima trascrizione per chitarra». Dal tombeau di Luis Couperin (1626-1661) dedicato a Mr de Blancrocher, si passa poi all’amore passionale delle sarabande antiche e moderne: da quella celebre di Georg F. Haendel, scritta sul tema della Follia, a quella di Francis Poulenc (1899-1963), che porta la tradizione barocca avanti di due secoli. La sarabanda parla d’amore disperato come la passacaglia di Sylvius Leopold Weiss (1687-1750), mentre l’espressione della gioia dell’incontro è affidata ad un’altra danza: La Volte di Denys Gautier (1603-1672).
Fra amore e morte si scatena la Follia: passione evocata ancora una volta a passo di danza, e rivisitata dai compositori secenteschi come Santiago de Murcia (1673-1739) nella “Tocata en la manera di Corelli”, dal già citato Haendel, e da autori moderni come Maurice Ohana (1913-1992). Il basso di Follia è sempre stata una base per improvvisare mostrando allo stesso tempo la vanità del virtuosismo. Ohana la innerva di dissonanze novecentesche nel suo “Tiento”.
Anche Fisk improvvisa solitamente sui brani del maestro cubano Leo Brouwer (1939 – ), a cui è legato da profonda amicizia. Ed è questa forma particolare dell’amore che caratterizzerà la parte finale del concerto, quando seguiranno i brani di Robert Beaser (1954- ) e George Rochberg (1918-2005) che hanno dedicato molte loro composizioni a Fisk in segno di amicizia. Beaser, incontrato come compagno di studi all’Università di Yale, viene invitato sul palco da Fisk con le note della sua trascrizione della tradizionale “Shenandoah”. Rochberg, autore di una serie di variazioni sul Capriccio 24 di Niccolò Paganini, era considerato da Fisk come un padre. E il riferimento paterno offre in realtà una guida importante per comprendere le ragioni più intime del concerto: è al padre, scomparso recentemente, che Fisk dedica la sua esibizione di mercoledì sera, come un epitaffio alla sua memoria. I brani scelti in scaletta permettono al maestro della chitarra di ripercorrere momenti ed emozioni della sua esperienza umana e musicale, meditando su quei legami profondissimi che talvolta possono annodarsi a delle melodie, e convivere con esse per sempre.
Appuntamento il 7 agosto a Palazzo Chigi Saracini
Info e biglietti: http://www.chigiana.it/2019-08-07-fisk/