COMUNICATO STAMPA

10° ANNIVERSARY EDITION

Chigiana International Festival &
Summer Academy
2024

Concerti, Opere, Eventi

Tracce

Siena, 5 luglio – 2 settembre 2024

Ramifications

Chigiana Factor: i giovani direttori d’orchestra, allievi Chigiani della classe di Daniele Gatti, docente e coordinatore e Luciano Acocella docente, si cimentano con un programma estremamente impegnativo che accosta Ramifications di György Ligeti al Concerto in mi bemolle maggiore Dumbarton Oaks di Igor Stravinskij, a Ma Mère l’Oye di Maurice Ravel e alla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven

28 luglio 2024, ore 21
Teatro dei Rinnovati, Siena

Info e biglietti: chigiana.org

Siena, 27 luglio 2024 – Domenica 28 luglio, al Teatro dei Rinnovati, alle ore 21, in un grande concerto sinfonico intitolato Ramifications, i giovani direttori Allievi Chigiani della masterclass di direzione d’orchestra tenuta da Daniele Gatti, docente e coordinatore e da Luciano Acocella, co-docente, alla testa della compagine sinfonica residente all’Accademia Chigiana, l’Orchestra Senzaspine di Bologna, coronano il loro percorso estivo a Siena cimentandosi con un programma estremamente sfidante, di rara esecuzione nei contesti concertistici internazionali.

I giovani direttori Andrea Alessandrini, Sieva Borzak, Giovanni Conti, Kai Johannes Polzhofer, Sukjong Kim e Davide Trolton si alterneranno nella direzione di Ramifications di György Ligeti, del Concerto in mi bemolle maggiore Dumbarton Oaks di Igor Stravinskij, della suite Ma Mère l’Oye di Maurice Ravel e della Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven.

Su Ramifications di György Ligeti – La riflessione sulla scrittura polifonica e l’adozione della micropolifonia comportarono a propria volta, in connessione all’indagine sulle modalità della percezione sonora e musicale, il delinearsi un altro aspetto tipico della poetica e della musica ligetiana ovvero il fenomeno dei ritmi e delle melodie “illusori”. La sovrapposizione di moduli ritmici differenziati, così come lo spiccare di alcune altezze ripetute nel corso di un disegno continuo, determina nella mente di chi ascolta il sorgere di figure, temporalità e sovrapposizioni ritmico-melodiche ulteriori rispetto a quanto presente sul foglio. Tale esito è ottenuto con moduli ritmici o ritmico-melodici sovrapposti e caratterizzati da progressivi sfasamenti. Si origina da questa scrittura calcolata e rigorosa, alla quale Ligeti si riferisce anche mediante l’analogia col meccanismo di un orologio, un caleidoscopio ritmico-melodico che, giocato com’è sulla percezione di chi ascolta, ingabbia lo stesso ascoltatore nelle sue griglie mutevoli e allo stesso tempo inesorabili.

Di questo aspetto troviamo esempi straordinari nel Kammerkonzert per 13 strumentisti (fiati, archi, pianoforte e clavicembalo; 1969-70), brano in 4 movimenti il 3° dei quali porta proprio l’indicazione di “Movimento preciso e meccanico”, così come anche in un lavoro solistico come Continuum per clavicembalo (1968): qui la velocità d’esecuzione di una sequenza ininterrotta di crome non solo genera inesauribili e cangianti figure ritmiche e melodiche con ulteriori effetti illusori di accelerazioni e rallentamenti ma “liquefà” agli orecchi di chi ascolta il suono pizzicato e metallico dello strumento in un flusso unitario; quasi lo trasfigura in sonorità elettroniche. La scrittura micropolifonica si riscontra inoltre nel Quartetto per archi n. 2 (1968), nei 5 movimenti del quale le varie caratteristiche tipiche della composizione di quest’autore convergono in una pietra miliare della musica quartettistica del Novecento, e nell’orchestrale Ramifications (1968-69): qui Ligeti dà vita a un ulteriore sviluppo della propria ricerca sul suono e prescrive che metà degli strumenti suoni “in scordatura”, ovvero accordato un quarto di tono sopra il normale. Ritroveremo tale caratteristica, realizzata in termini più complessi, nel Concerto per violino.

Su Dumbarton Oaks di Stravinsky – Il corpo generoso del Concerto grosso, antico ma palpitante ancora nell’Europa dei Trenta, è il calco al quale si ispira il Concerto in mi bemolle maggiore di Stravinsky, noto col nome della proprietà – Dumbarton Oaks, nel distretto di Washington – dei coniugi statunitensi Bliss, che per festeggiare il loro trentesimo anniversario chiedono al maestro una nuova opera, creata nella loro dimora nel maggio del 1938 (sessant’anni fa, esattamente), per la direzione di Nadia Boulanger. Il periodo neo-classico dura ormai da tempo, ma l’invenzione lieve e divertita sa ancora nascondere l’usura del meccanismo. Citazioni contrappuntistiche, economia di mezzi orchestrali: l’imitazione bachiana rispetta questi parametri, e questi soltanto. Se ne stacca nella varietà timbrica, e soprattutto nella mobilità del ritmo, vero motore del concerto, anima inconfondibile del maestro anche nei travestimenti più ricercati.

Se l’armonia resta ferma, il tempo del racconto pulsa, invece e sempre, “a la Stravinsky”. Come scrive Sandro Cappelletto “Pierre Boulez è persuaso che il grande problema di Stravinsky sia stato «non rifare il Sacre», la bomba atomica della musica scoppiata quando l’artificiere aveva soltanto 31 anni. Poi, per non restare imprigionato dall’onda d’urto di quella eruzione sconvolgente, il suo problema è diventato cercare vie di fuga, veri o falsi o tutti e due che siano quei fogli settecenteschi dissepolti nelle generose e misteriose (tuttora) biblioteche di musica napoletane e poi portati a lungo con sé. Ma, e questo è il pregio mirabile, il creatore è sempre riconoscibile, anche all’ombra di queste amichevoli querce americane”.

Su Ma Mère l’Oye di Ravel – Attirato ripetutamente dalle tematiche infantili e dal mondo delle fiabe – un interesse culminato nel 1925 con l’opera L’enfant et les sortilèges – Ravel diede nel 1908 un proprio contributo alla letteratura pianistica per l’infanzia; Ma mère l’Oye, una raccolta di 5 brevi brani per pianoforte a 4 mani, ispirati ad alcune celebri fiabe tratte da celebri e meno celebri letterati del Sei-Settecento: Charles Perrault (La belle au bois dormant e Le Petit Poucet), Marie Catherine d’Aulnoy (Serpentin Vert) e Marie Leprince de Beaumont (La Belle et la Bȇte). Il titolo dell’intera raccolta deriva dall’antologia di Perrault, Contes de ma Mère l’Oye.

L’album pianistico fu dedicato ai piccoli Jean e Mimie Godebsky, figli dei più cari amici che Ravel abbia avuto; venne scritto a Valvin, nella casa di campagna dei Godebsky. Il lavoro si rivelò però troppo difficile per i piccoli Jean e Mimie, e la prima esecuzione avvenne due anni dopo ad opera di due allieve di Marcel Chadeigne e Marguerite Long, la quattordicenne Génévieve Durony e l’undicenne Jeanne Leleu, futura “Prix de Rome”, che Ravel ringraziò con una delicata lettera.

Tuttavia le vicissitudini della raccolta erano ben lungi dall’essere terminate. Sedotto egli stesso dal fascino dello spartito pianistico, Ravel cedette ben volentieri alla richiesta del suo editore, e approntò una versione orchestrale, eseguita nel 1910 con esito trionfale.

Sulla Sinfonia n. 2 in re maggiore di Beethoven – La Sinfonia n. 2 in re maggiore di Ludwig van Beethoven è stata composta tra il 1800 e il 1802. Essa si situa sul margine estremo dell’esperienza beethoveniana che ancora risente degli influssi della tradizione, soprattutto di Haydn e di Mozart. Siamo ancora nella sfera delie opere giovanili dove già si avverte una delle caratteristiche fondamentali dello stile di questo maestro: la concisione. L’arte del comporre arriva con Beethoven ad un punto cruciale come mai si era verificato nel passato. Il materiale sonoro viene ora sottoposto ad un controllo rigoroso, ad una verifica imparziale in base ai quali vengono inesorabilmente scartati il superfluo, tutto quello che non inquadra perfettamente col pensiero dell’autore. Questo processo selettivo si manifesta chiaramente negli innumerevoli abbozzi lasciati da Beethoven e che servivano a preparare ed a formare l’opera futura. Se l’idea non possedeva una sua precisa impronta, veniva eliminata oppure elaborata fino alla sua definitiva individuazione. Un simile modo di operare, se da un lato rallentava di gran lunga i tempi necessari per la produzione di una composizione, dall’altro offriva il vantaggio di poter disporre di un lavoro formato da materiale sceltissimo e di altissima qualità. Naturalmente ad un simile trattamento sono sottoposti tutti gli elementi strutturali dell’opera fondendosi in un equilibrio perfetto per essenzialità e compiutezza formale. Venne eseguita per la prima volta nel 1803 a Vienna sotto la direzione dell’autore.
Biglietteria e informazioni – I biglietti dei concerti potranno essere acquistati on-line sui siti www.chigiana.org o www.TicketOne.it e presso le Biglietterie di Palazzo Chigi Saracini (in orario di apertura); inoltre il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi, a partire da due ore prima dello spettacolo. Prezzo unico di 20 euro (posti ridotti 15 euro), con prezzo speciale per gli studenti (5€); i concerti della sezione “Chigiana Factor” avranno tutti un prezzo di 5 euro. Le riduzioni sono riservate ai giovani sotto i 26 anni e alle persone di età superiore ai 65 anni; sono previste offerte speciali per gli Abbonati MIV della stagione 2023/24 e per altri enti e istituzioni convenzionati. Per informazioni: tel. 0577-220922 oppure via e-mail: biglietteria@chigiana.org

PROGRAMMA

28 luglio 2024
Teatro dei Rinnovati, Siena
ore 21.00

Allievi Chigiani
ORCHESTRA SENZASPINE
Daniele Gatti docente e coordinatore
Luciano Acocella docente
György Ligeti Ramifications

Igor’ Fëdorovič Stravinskij Concerto in mi bemolle maggiore Dumbarton Oaks
Maurice Ravel Ma Mère l’Oye
Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36

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