Mirabili Tracce - Pedrazzini

Andrea C. Pedrazzini
Mirabili Tracce

Mostra di Andrea C. Pedrazzini
A cura di Stefano Jacoviello
Realizzata in collaborazione con Casa Bucci

ChigianArtCafé, Palazzo Chigi Saracini
5 Luglio – 15 Settembre 2024

Tracce come impronte lasciate su una superficie, indizi di qualcosa da scoprire. Tracce che testimoniano la presenza nascosta di qualcosa che corre il pericolo di scomparire. Resti inerti da ricomporre, ritrovando ciò che tuttavia potrebbe non corrispondere all’essere cui quei frammenti originariamente appartenevano, finendo per restituire l’identità di una creatura nuova, probabilmente mai esistita, che non avremmo potuto conoscere altrimenti.
Per comprenderle nel loro insieme, le tracce richiedono sempre un’abduzione: operazione logica che non funziona senza l’intervento della fantasia. La supposizione del vero lascia così il posto al verosimile, che trova i suoi appigli nell’immaginario. In questo modo, a partire da tracce sparpagliate siamo liberi di costruire un mondo che non ha bisogno di altre prove, se non di ciò che si presenta a quello sguardo capace di riconoscere cose fra le cose: piante, insetti, animali, la cui realtà è legittima dentro un mondo altro che si offre ai nostri sensi in forma di infiniti frammenti da riorganizzare.

 

Andrea Carlo Pedrazzini ha cominciato molti anni fa a costruire un inventario di forme di vita “mostruose”, ovvero, che prendono senso quando le loro linee tracciate sul foglio cadono sotto lo sguardo che riconosce loro un’esistenza e un obiettivo: ridisegnare un mondo fatto dell’intreccio di storie che ciascuna di queste creature racconta, a cominciare dalla loro forma e composizione. Nel suo De Bestiarum Naturis, composto di 999 opere grafiche, come dice l’artista, “ogni bestia, ogni titolo è una porta che si apre su una nuova stanza… cioè su una storia o su un’idea di natura, di dialogo, di vita”. Il Bestiario è un progetto di conoscenza il cui modello affonda nel passato remoto della cultura occidentale e non è guidato dal desiderio di esaustività che caratterizza le imprese dei più moderni dizionari ed enciclopedie. Il Bestiario non è un’opera conclusa in sé, ma è la cornice al cui interno ogni creatura trova la sua collocazione, lasciando sempre posto ad un possibile altro.

Da luglio a settembre, nelle sale del ChigianArtCafè, Mirabili Tracce espone una selezione di opere grafiche tratte da De Bestiarum Naturis. Fra i disegni di Pedrazzini troverà spazio anche un’installazione di Gianluca Panareo che espone tracce di dischi e produzioni di Gianni Sassi: geniale artista, provocatore, operatore intellettuale, sostenitore e agitatore di creatività, che con la sua visione sulla produzione culturale ha segnato le utopie dell’ultima parte del XX secolo. Con questo piccolo omaggio rintracceremo la linea di una corrispondenza artistica e di un confronto intellettuale fra Pedrazzini e Sassi, che riflette il legame tra il presente e una stagione di sperimentazione troppo vicina per essere già storia e già tanto lontana da farci rischiare di perderne la memoria. Le tracce di Gianni Sassi, che per Pedrazzini è stato “padre, faro e committente di qualità”, saranno esposte grazie alla collaborazione con Casa Bucci (Pesaro).

Il catalogo della mostra è edito da Sillabe, Livorno.

Alberto C. Pedrazzini
Vive e lavora a Milano, dove è nato nel 1958.
Dopo gli studi classici e di critica d’arte, lavora come illustratore in bianco e nero presso Alfabeta, la Gola, Baldus, il Sole 24 Ore, l’Autre Journal, Linea d’Ombra, Esquire, Sud e altri.
Ha esposto in due edizioni di Milanopoesia, in diverse rassegne d’arte contemporanea e gallerie italiane, affezionandosi soprattutto alla Galleria dell’Incisione di Brescia.
Ha insegnato illustrazione e semiologia presso l’Istituto Europeo del Design. Dal 2000 lavora anche a produzioni proprie e soprattutto al De Bestiarum Naturis, un gigantesco bestiario dove le centinaia di disegni a tratteggio si espandono in altre opere, letterarie, artistiche o multimediali.

 

Casa Bucci è a Pesaro, negli affascinanti spazi della fabbrica di ceramica di Franco Bucci, una sorta di cattedrale artigiana per la quale sono passati decine di artisti, intellettuali, artigiani e designer. Oggi Viviana e Tommaso (rispettivamente figlia e nipote di Franco) tornano abitare gli spazi nei quali sono cresciuti. Si chiama “Casa” proprio per raccogliere il testimone di quella vocazione all’accoglienza, alla convivialità e alla condivisione che hanno fatto della famiglia Bucci un punto di riferimento culturale e sociale. Una fucina creativa che dagli anni 60 al 2000 è stata luogo di amicizie, progetti realizzati e progetti irrealizzati, ricerca e sapienza artigianale.

SCOPRI

SCOPRI