COMUNICATO STAMPA
L’Accademia Chigiana
ricorda il musicologo e docente universitario
Antonio Rostagno
Siena, 1 ottobre 2021 – L’Accademia Musicale Chigiana esprime la più profonda commozione per la prematura scomparsa di Antonio Rostagno, musicologo e docente universitario di altissimo profilo. La sua vivacità intellettuale, alimentata da una profonda cultura umanistica, si riflette nelle sue numerose pubblicazioni che documentano la qualità e la varietà dei suoi interessi di ricerca. Come professore di Musicologia e Storia della musica alla Sapienza Università di Roma ha contribuito a formare generazioni di giovani che, grazie alla passione del suo insegnamento, hanno imparato ad amare la musica classica e hanno deciso di impegnarsi nel campo della ricerca musicologica, dell’editoria e della divulgazione musicale. In quest’ultimo settore, in anni recenti aveva incentivato la nascita e supportato lo spirito innovativo della rivista Quinte Parallele, di cui alcuni redattori suoi allievi hanno poi frequentato anche i workshop di critica musicale online delle estati chigiane.
Antonio Rostagno ha collaborato direttamente con l’Accademia Chigiana in qualità di membro del Comitato scientifico del Convegno dal titolo Music and Power in the Long Nineteenth Century, che si svolgerà a Siena dal 2 al 4 dicembre 2021. Oltre ad aver contribuito all’ideazione alla progettazione del convegno, Rostagno avrebbe dovuto tenere una Keynote lecture dal titolo Fare politica con il teatro musicale: hard e soft power da “Un ballo in maschera” ad “Aida”.
Susanna Pasticci, attuale direttrice della rivista Chigiana. Journal of Musicological Studies, lo ricorda come «uno studioso di grande spessore intellettuale e un docente straordinario, che sapeva trasmettere ai suoi studenti una grande passione per la musica, ma soprattutto l’idea che la storia della musica è anche e soprattutto la “nostra” storia». Nelle sue numerose e pregevoli pubblicazioni, continua Pasticci, «curiosità, spirito di ricerca e rigore scientifico procedono sempre di pari passo con la precisa volontà di restituire alla musica il suo ruolo di agente attivo nella produzione di significati sociali e strutture del sentire. E questa sua particolare attitudine ad affrontare lo studio della musica nella prospettiva della storia culturale è forse la ragione per cui è riuscito a coltivare un fortissimo rapporto di empatia non solo con i suoi studenti, ma anche con tanti colleghi di altre discipline».
«I suoi studi sul melodramma e sulla musica strumentale italiana dell’Ottocento hanno dato un impulso decisivo alla conoscenza e alla valorizzazione dei patrimoni della cultura musicale italiana. Tra i suoi lavori più importanti vorrei ricordare anche il suo libro dedicato alla Kreisleriana di Robert Schumann, in cui i risultati di una ricerca di grande spessore scientifico vengono presentati con i toni espositivi dell’alta divulgazione». A Pasticci piace ricordare anche «la sua straordinaria capacità di costruire delle realtà progettuali condivise con il mondo delle istituzioni concertistiche, dei teatri operistici e dell’editoria, e il suo instancabile impegno nell’ambito della divulgazione musicale». Con lui scompare «la figura di uno studioso di straordinaria cultura umanistica e musicale che ci ha lasciato in eredità non solo pregevoli pubblicazioni apprezzate a livello internazionale, ma anche l’idea che sia davvero possibile coltivare e far crescere la passione per la musica classica nei giovani delle nuove e future generazioni».
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